martedì 20 novembre 2012

Il family caregiver in Europa


L’Italia rispetto al resto d’Europa è il paese che ha i più alti livelli di cura familiare: infatti la delega assistenziale dello Stato alla famiglia è addirittura recepita al livello legislativo, come per esempio nel art.433 del Codice Civile che ha portato ripetutamente le amministrazioni a richiedere la compartecipazione alla spesa dell’assistenza ai parenti prossimi.

Le spese assistenziali ai cittadini fragili, invece, nel resto d’Europa sono garantite indipendentemente dalle condizioni di supporto familiare e riguardano un’assunzione di responsabilità pubblica e dello Stato
In Germania, per esempio, l’ordinamento costituzionale obbliga il legislatore e tutti gli organi dell’Esecutivo a strutturare l’ordinamento giuridico in modo sociale e mirando alla perequazione sociale:  infatti è soprattutto in Italia che le percentuali di anziani soli sono le più  basse tra i paesi europei, proprio perché non potendo contare su una rete di servizi sociali sono costretti a cercare un supporto nei nuclei familiari.

Il welfare europeo si può suddividere in tre aree ideologiche d’intervento: un modello franco/tedesco di tipo assicurativo,  caratterizzato, però da un diritto allo stato sociale acquisito alla nascita e, quindi, sganciato dal concetto di sicurezza sociale legato al lavoro retribuito. 

L’altro modello tipico dell’Europa continentale e meridionale, tra cui l’Italia, si basa invece su assicurazioni sociali obbligatorie collegate alla condizione del lavoratore. Per cui l’intervento sociale è finalizzato alla protezione dell’impiego del capofamiglia, attraverso una serie di barriere ai licenziamenti. Nel caso italiano, per esempio, la spesa per gli interventi contro l’esclusione sociale non viene nemmeno registrata nelle statistiche europee, e questo è indicativo dell’approccio fortemente residuale per cui i servizi pubblici non vengono forniti indistintamente a tutti, ma solamente a chi è povero di risorse, previo accertamento dello status di bisogno.

All’opposto è invece il il modello socialdemocratico-universalista dei paesi scandinavi dove lo Stato stesso produce servizi, erogati a tutti i cittadini indipendentemente dal reddito e che mirano alla riduzione delle disuguaglianze e finalizzato alla protezione dei “diritti sociali”.

Questa premessa è indispensabile per ottenere una corretta visione dei precisi supporti erogati esplicitamente ai caregiver familiari perché appare evidente come uno stato che assegna per il 90% la cura dei cittadini più fragili ai nuclei familiari ed in particolar modo alle donne, non può poi ignorare totalmente queste persone in quanto costrette a fuoriuscire o mai rientrate nell’unico esigibile sistema di protezione sociale presente nel proprio ordinamento giuridico.






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3 commenti:

  1. In merito a quanto da Voi pubblicato su “Il family caregiver in Europa”, desidereremmo inviarVi dei documenti e avremmo pertanto necessità di conoscere un Vostro indirizzo e-mail.
    In attesa di un riscontro inviamo cordiali saluti.
    Francesco Santanera
    /Fondazione promozione sociale
    info@fondazionepromozionesociale.it

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    1. conosco bene la vostra associazione e vi ringraziamo per la collaborazione. :)

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    2. oGNI NOTIZIA MI SAREBBE INDISPENSABILE, GRAZIE

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