martedì 11 ottobre 2016

PERSONE CON DISABILITA' A ROMA: LA GIUNTA RAGGI SI RIMBOCCHERA' LE MANICHE?

Ieri, 10 Ottobre 2016, una delegazione del Coordinamento Nazionale Famiglie Disabili composta dal Presidente Nazionale, Maria Simona Bellini, e dal Referente per il Lazio, Gabriella Como, ha incontrato l’Assessore ai Servizi Sociali di Roma, Laura Baldassarre. Nel corso dell’incontro sono state affrontate le criticità che i cittadini e le famiglie con disabilità della Capitale sono costrette ad affrontare ogni giorno. Nel condividere molti degli aspetti approfonditi durante la riunione, l’Assessore Baldassarre ha garantito la massima disponibilità a dare risposte concrete alle seguenti problematiche, considerate tra le più urgenti, in tempi brevi:
1. Mancanza di Trasparenza 
2. Abusi sul servizio di Assistenza Domiciliare (SAISH) in forma Indiretta 
3. Accesso negato alla Carta SIA 
4. Assenza del PAI 
5. AEC nelle Scuole 
6. Accessibilità e sicurezza
7. Mobilità e trasporti

Il Coordinamento Nazionale Famiglie Disabili coglie l’occasione per ringraziare tutti coloro che hanno partecipato sia al sondaggio su Facebook che a quello telefonico volto ad individuare in modo approfondito le gravi difficoltà relative all’Assistenza Domiciliare in forma indiretta erogata dai Municipi di Roma.
Questo il documento consegnato all’Assessore Baldassarre che ci ha garantito contatti tecnici diretti per lo scambio di ulteriori informazioni ed il monitoraggio delle soluzioni ai problemi esposti. 







1. Mancanza di Trasparenza  - Non dovremmo nemmeno ribadirlo ma il problema prioritario di Roma è la corruzione, che si annida prioritariamente proprio dove c'è maggiore fragilità sociale e, quindi, il cittadino ha meno possibilità di difendersi. Per questo una buona amministrazione della finanza locale, che vuol prevenire gli sprechi e le ruberie e fare in modo che i soldi pubblici siano realmente spesi per il cittadino più bisognoso, dovrebbe investire prioritariamente i propri sforzi nella trasparenza di tutti gli atti amministrativi. Questo non avviene e non sta avvenendo.    Innanzitutto bisogna essere consapevoli che la gestione delle erogazioni è totalmente in mano a dirigenti ed impiegati amministrativi che addirittura arrivano a decidere “chi” potrà ricevere il rimborso e “chi” non potrà riceverlo! La Delibera 355/2012 ha abbinato alla valutazione del bisogno, effettuato con un punteggio da 0 a 100, lo stanziamento di un budget. Questo proprio per evitare la pessima prassi che i budget più alti fossero attribuiti non a chi aveva i bisogni più elevati ma a chi aveva maggiore potere corruttivo!

 Ebbene, al momento è impossibile verificare la correttezza di tali abbinamenti perchè non viene mai dato accesso alle determine che elencano il budget personale stanziato in base al punteggio, possibile solo pubblicando in totale trasparenza gli elenchi stessi, eliminando ogni riferimento a dati personali per evitare problemi di privacy. Inoltre attualmente non viene dato alcun accesso alle variazioni di bilancio che permetterebbero di confrontare, in base agli stanziamenti di previsione del bilancio stesso, quanti soldi siano effettivamente andati alle maggiori fragilità e quanti a fragilità meno urgenti. Questo sarebbe possibile se le determine dirigenziali fossero regolarmente rese pubbliche senza dover chiedere il “permesso” al dirigente amministrativo di turno che spesso non concede nemmeno l’accesso ai PROPRI atti, nemmeno in caso di una o più denunce di omissione d'atti d'ufficio. E’ questa la strategia perseguita? Evitare che la cittadinanza coinvolta verifichi regolarmente come i soldi vengono spesi e quali sono gli ammanchi e le irregolarità?

1. Abusi sul servizio di Assistenza Domiciliare (SAISH) in forma Indiretta – Questo è senz'altro il servizio che maggiormente permette di RISPONDERE direttamente ai bisogni e RISPARMIARE denaro pubblico evitando la troppo costosa gestione esternalizzata alle Coop. che, a fronte di un servizio ridotto all'osso e per nulla adattabile alle esigenze individuali, rappresenta una delle maggiori fonti di spreco e/o corruzione della Capitale.   
 Questo tipo di assistenza viene aspramente boicottata da quasi tutti i Municipi.  Alcuni ancora obbligano la persona con disabilità – in modo illecito non essendo richiesto da nessuna norma in essere - ad accedere prima ai servizi offerti dalle cooperative (ossia l’Assistenza Domiciliare in forma diretta) e, solo in un secondo momento, a quella in forma indiretta. Altri obbligano di fatto la cittadinanza con disabilità, e le loro famiglie, ad optare per la forma diretta – più costosa per la collettività e meno rispondente ai bisogni reali – utilizzando l’inaccettabile ricatto del ritardo nei rimborsi dell’Assistenza Indiretta (gestita direttamente dalle famiglie) e/o  attraverso vere e proprie vessazioni, fino al punto di scrivere nero su bianco l’invito alla famiglia a tornare alla forma diretta. Infatti, inoltre e come sopra accennato, l’Assistenza Indiretta è di fatto diventata accessibile solamente a chi è benestante e, quindi, può far fronte all'anticipo anche di mesi della spesa necessaria alla propria assistenza, completamente in balia di impiegati amministrativi e ragionieri che periodicamente inventano di sana pianta nuove modalità di rendicontazione.  Ultimo, in ordine di tempo, è l'obbligo paradossale di dover rendicontare mensilmente anche i contributi trimestrali dovuti all’INPS – cosa ovviamente impossibile - che altrimenti non verranno rimborsati. Nessuna norma di riferimento contiene queste indicazioni che producono gravi danni ai cittadini con disabilità.   E’ chiaro, quindi, che è illecito richiedere sia la rendicontazione mensile sia di effettuare il pagamento solo dopo rendicontazione. L’intento vessatorio e ricattatorio da parte dei Municipi, che vanno in tutt’altra direzione, senza il conforto della legge, è più che evidente. Ma c'è da dire, inoltre, che la L.328/00 prevede tra le funzioni dei Comuni, ESPRESSAMENTE per i cittadini in stato di fragilità sociale – invece di complicare come attualmente accade - di «adottare strumenti per la semplificazione amministrativa e per il controllo di gestione atti a valutare l’efficienza, l’efficacia ed i risultati delle prestazioni” art.6 comma 2 c.»   
Ma non solo. Oltre alle illecite richieste di anticipare le somme dell’Assistenza Indiretta e di passare prima dal servizio offerto dalle Cooperative, ci sono altri comportamenti illeciti da parte dei Municipi:   
rifiuto immotivato del passaggio dall’Assistenza in forma diretta a quello in forma indiretta; 
gestione per nulla trasparente delle liste di attesa dove peraltro non viene applicato l’incremento del punteggio di 2 unità per ogni anno di permanenza nella stessa lista di attesa;
in molti casi i budget assegnati non corrispondono al punteggio attribuito in fase di valutazione della gravità della situazione, come invece previsto dalla Del. 355/12; 
nonostante sia stato chiaramente indicato in recenti Leggi Nazionali – a fronte delle sentenze di TAR e Corte di Cassazione – che i disabili maggiorenni hanno il diritto di presentare un ISEE “ristretto” per la valutazione della compartecipazione ai servizi socio-sanitari offerti dagli Enti Locali, i Municipi di Roma continuano a richiedere illecitamente l’ISEE “familiare” sulla base di una circolare di Roma Capitale mai corretta in base alle nuove norme; 
mancata applicazione delle deroghe previste dalla Del 355/12 per i casi più gravi per i quali deve essere prevista la possibilità di ottenere un budget superiore. Questa opportunità viene invece attualmente concessa in nome di “diritti acquisiti”, spesso elargiti in modo illecito ed immotivato in mancanza di una valutazione di gravità chiara e trasparente, solamente ad alcuni casi, nuovamente ed inspiegabilmente individuati dagli impiegati amministrativi.   
Per sanare tutti questi abusi amministrativi sarebbe sufficiente una circolare del Comune di Roma – resa pubblica per la dovuta trasparenza - che chiarisca IMMEDIATAMENTE l’obbligatorietà da parte dei Municipi del rispetto delle norme vigenti sui punti elencati.     
3. Accesso negato alla Carta SIA - I parametri stabiliti dal Governo sulla Carta SIA sono tagliati addosso a chi...evade. Infatti solo chi si mantiene attraverso il lavoro nero è in grado di rientrare in quei parametri senza aver già corso il rischio di finire sotto i ponti. Con un ISEE inferiore ai 3000 euro non si è in grado nemmeno di mantenere le utenze di un appartamento popolare.  Ma anche ammesso che alcune famiglie rientrino legittimamente in parametri così stringenti, uno di questi è assolutamente illecito e a breve lo impugneremo legalmente: la pericolosa discriminazione verso le famiglie che hanno un adulto non autosufficiente nel loro nucleo. Innanzitutto chiediamo di correggere sul sito del Comune di Roma la gravissima affermazione che indica le indennità di accompagnamento come “trattamenti economici rilevanti” in quanto fuorviante ed offensiva in considerazione del fatto che le cifre relative sono totalmente insufficienti anche solo per mantenere “la disabilità” della persona (cure, assistenza, trasporto, alimenti speciali ecc).  Inoltre facciamo presente che all'art.2 commi 3 e 4 della L.328/2000 si ascrive al Comune, quale  impegno verso la cittadinanza indigente e con disabilità , il dovere di concedere la priorità per l’accesso ai supporti  come di seguito espressamente indicato: “…definire i parametri di accesso sulla base dei criteri generali stabiliti dal Piano nazionale”. Per questo chiediamo che la Giunta Raggi si rifiuti di applicare un parametro illecito rimodulando quello relativo alle limitazioni di accesso previste dall’inserimento dell’indennità di accompagnamento tra i redditi.     
4. Assenza del PAI - Nella maggior parte dei Municipi di Roma non viene redatto il PAI (Piano di Assistenza Individualizzato) che è uno strumento indispensabile per tutelare proprio le condizioni di maggior fragilità del cittadino e che ha lo scopo di sostenere anche le situazioni di maggiore indigenza che, altrimenti, sarebbero DISCRIMINATAMENTE escluse soprattutto dal servizio di assistenza domiciliare in forma indiretta.   Vedasi allo scopo l’art.14 della L. 328/00, comma 2. Con particolare riferimento al recupero e all’integrazione sociale, nonché le misure economiche necessarie per il superamento di condizioni di povertà, emarginazione ed esclusione sociale. Nel progetto individuale sono definiti le potenzialità e gli eventuali sostegni per il nucleo familiare o delle risorse disponibili in base ai piani di cui agli articoli 18 e 19, il progetto individuale comprende, oltre alla valutazione diagnostico-funzionale, le prestazioni di cura e di riabilitazione a carico del Servizio sanitario nazionale, i servizi alla persona a cui provvede il comune in forma diretta o accreditata.     
5. AEC nelle Scuole - Un disastro annunciato che nessuno ha pensato di prevenire per tempo. Eppure la Giunta precedente ha deliberato sull’assegnazione dei fondi proprio per gli AEC, prevedendo l’applicazione di clausole di salvaguardia per la garanzia della continuità lavorativa di tutto il personale AEC. Comprensibile, ma inaccettabile, che, a causa della ritardata nomina dell'Assessore al Bilancio, ci possa essere stato un ritardo nella risposta mentre i tagli al servizio sono veramente incomprensibili. Il numero degli alunni con disabilità si conosce già a Giugno, come mai non si arriva a dare una risposta certa sulle ore assegnate a Settembre all’inizio della scuola? I ritardi sono iniziati con la giunta Alemanno, proseguiti con quella di Marino e continuati con questa. Eppure l'unica certezza nelle precedenti Giunte Rutelli e Veltroni era la presenza degli AEC ad inizio anno scolastico. I pochi aspetti che all’epoca funzionavano sono stati via via cancellati, dalla Giunta Alemanno in poi. Non sarebbe poi così difficile ripristinarli se ci fosse la volontà politica.     
6. Accessibilità e sicurezza. Il recente terremoto dello scorso Agosto ci ha aperto uno squarcio su una serie di lacune, mai sospettate prima, in merito alla sicurezza della cittadinanza e sull'evacuazione, specialmente se in situazioni di fragilità. Per esempio, la legge prevede che l'apertura dei portoni dei palazzi DEVE essere necessariamente  verso l’esterno e possibile anche manualmente in caso di controllo elettrico, tuttavia non viene di fatto mai rispettata anche nei palazzi di recente costruzione e/o ristrutturazione.   Come non è quasi mai rispettata, nelle ristrutturazioni dei luoghi aperti al pubblico, l’obbligo previsto per l’accessibilità DI TUTTI. In alcuni contesti le barriere architettoniche si creano invece di abbatterle.  Anche questo aspetto andrebbe indagato a fondo in quanto probabile bacino di corruzione visto che l'assenso per costruire e/o ristrutturare e la verifica è còmpito del Comune. Anche in questo contesto si potrebbe facilmente scoraggiare la corruzione estendendo anche al privato l'obbligo di riportare nel cartello di cantiere la generalità del responsabile del procedimento com'è già obbligatorio fare per lo svolgimento dei lavori pubblici.     
7. Mobilità e trasporti  - Un problema mai risolto anzi mai veramente affrontato. Si va dai marciapiedi costruiti nuovi di zecca ma senza rampe (aspetto riconducibile anche all’accessibilità sopra citata) al mancato adeguamento dei mezzi pubblici, dall’impossibilità di fruire di alcune fermate della metropolitana (l’accesso ci sarebbe ma manca quasi sempre il personale addetto e spesso il percorso non è segnalato o è incomprensibilmente farraginoso mentre il personale di stazione non sa nemmeno dare indicazioni) all’impossibilità di utilizzare i parcheggi riservati per l’abuso dei non aventi diritto che non vengono mai veramente puniti in modo adeguato. Stessa cosa vale per chi parcheggia la propria auto sui marciapiedi o davanti alle rampe di accesso. Multe molto più consistenti e ganasce potrebbero essere un forte deterrente ma solo se associate ad un pronto intervento della Polizia Municipale che invece, troppo spesso, non risponde all’appello del cittadino che denuncia la situazione, dimostrando di fatto di considerare tale interventi secondari e prorogabili. Sarebbe inoltre opportuno che il Comune si facesse carico di informare tutte le realtà coinvolte. A solo titolo di esempio, i gestori di grandi esercizi commerciali non sono al corrente che all’interno dei parcheggi privati ad uso pubblico, è obbligatorio il rispetto delle norme del Codice della Strada e pertanto non provvedono a segnalare alla Polizia Municipale, come invece dovrebbero, gli abusi commessi negli stessi parcheggi.




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